Metodologia d'indagine 2016: Le classificazioni utilizzate: settori di attività, professioni, livelli di istruzione e titoli di studio

Settori di attività - Nell’indagine si fa riferimento a livello nazionale a 28 settori economici. Tali settori raggruppano divisioni e gruppi di attività secondo la classificazione ATECO 2007. Nell’Appendice 1 è riportata la tavola di raccordo fra i settori Excelsior e le divisioni, gruppi o classi ATECO 2007 che li compongono. A livello provinciale e regionale, come si è accennato nel secondo paragrafo, si privilegia una struttura settoriale “dinamica” (cioè variabile) che porta a evidenziare i settori prevalenti e tipici di ciascuna area. Il numero di settori varia così da un minimo di 5 nelle province più piccole (Isernia, Enna, Oristano, Crotone e Vibo Valentia) a un massimo di 25 a Milano e 24 a Torino, Roma e Napoli. A livello regionale, i settori variano da un minimo di 11 settori per il Molise (si ricorda che per la Valle d’Aosta, coincidendo con la provincia, non viene prodotto il volume regionale) a un massimo di 26 settori per le regioni più grandi.

Professioni Nell’ambito del progetto è stata messa a punto una nomenclatura dinamica (o “dizionario”) che include circa 4.000 voci, annualmente aggiornate sulla base delle segnalazioni di figure emergenti fornita direttamente dalle imprese o da fonti specifiche riferite ai diversi settori economici, di cui circa 2.500 effettivamente richieste dalle imprese almeno una volta nelle ultime 3 indagini.
In altre parole, funzionalmente agli scopi dell’indagine, si è provveduto alla elaborazione di una nomenclatura delle figure professionali che fosse al contempo:

  • utilizzabile e comprensibile dagli imprenditori e dalle aziende intervistate, in quanto basata sul linguaggio e sulle terminologie da questi stessi utilizzati;
  • aggiornabile, in modo da poter recepire costantemente l’evoluzione del mondo del lavoro;
  • confrontabile comunque con le altre fonti /classificazioni ufficiali;
  • confrontabile comunque con le altre fonti /classificazioni ufficiali;.

Tale nomenclatura è associata alla descrizione proposta dall'impresa incrociando quattro variabili:

  • il settore di attività economica dell'impresa
  • l'area aziendale in cui la figura è inserita dall'impresa
  • il livello di istruzione e l'area di formazione che caratterizza la figura
  • il livello di inquadramento.

Il livello di inquadramento fa riferimento alle seguenti categorie: dirigenti; quadri e impiegati; operai e personale generico.
A fini espositivi, le professioni elementari sono state classificate secondo la classificazione delle professioni ISTAT 2011, che consente sia la coerenza con una classificazione di livello europeo, dato il raccordo esistente tra Classificazione nazionale Istat 2011 e la classificazione ISCO 2008, sia la possibilità di associare un significato univoco alle descrizioni delle figure attraverso la costruzione di una tavola di raccordo tra le figure contenute nel “dizionario” Excelsior e la classificazione Istat e, conseguentemente, un miglior controllo della corrispondenza tra la descrizione della figura da parte dell’impresa e la descrizione codificata. 

In alcuni casi, le descrizioni associate ad alcuni codici sono state tuttavia adattate rispetto a quelle previste da ISTAT, sia al fine di renderle più esplicite, sia per indicare eventuali specificità relative al fenomeno osservato (prevalentemente l’occupazione dipendente privata), sia per effettuare integrazioni relative a gruppi professionali non presenti o poco richiesti.

La scelta di utilizzare la classificazione ISTAT ha richiesto alcuni affinamenti, quali:

  • la suddivisione di alcune figure professionali secondo l'area disciplinare o il settore di attività: è il caso dei ricercatori, dei progettisti, dei responsabili o dei tecnici di produzione;
  • una più rigorosa definizione di figure appartenenti ad una stessa area aziendale, ma caratterizzate da livelli di specializzazione non omogenei; è il caso delle figure dell'area amministrativa e contabile, per le quali ad esempio “addetto alla contabilità” indica una figura con requisiti formativi e di esperienza più elevati di un “addetto all'amministrazione” o di un “addetto alla fatturazione” (e perciò classificabile il primo nel grande gruppo 3 e i secondi nel grande gruppo 4).

Nel "grande gruppo 1" relativo ai "dirigenti e direttori" vengono inserite solo figure con chiara prevalenza del livello di inquadramento “dirigente”.

Si sottolinea che i gruppi professionali ISTAT sono caratterizzati non solo in ragione del livello della competenza delle figure che in esso possono essere incluse, ma anche in ragione del livello di istruzione richiesto alle figure.

Si osservi che la codifica delle figure professionali è avvenuta, in accordo con i criteri guida della classificazione, a partire da due tipi di informazioni:

  1. quelle implicite nella descrizione, proposta dall'impresa, della figura e dei compiti specifici ad essa richiesti, da cui emerge una sintetica caratterizzazione della competenza della figura;
  2. quelle esplicitamente richieste e concernenti l'area aziendale in cui la figura andrà a svolgere la propria attività, l'area disciplinare in cui si colloca la sua conoscenza specifica, assieme al livello e al titolo di studio, l'esperienza generica, nel settore o nella professione,, le competenze, la prevedibilità del contesto, la complessità delle attività, il coordinamento di altri lavoratori, l’innovatività delle soluzioni applicate

Ovviamente, anche i risultati delle indagini precedenti sono stati ricalcolati in armonia con l'attuale classificazione delle professioni. Tuttavia, in conseguenza dell'introduzione di figure prima non esistenti e dell'eliminazione di figure ritenute obsolete, i valori 2016 non risultano perfettamente confrontabili con quelli degli anni precedenti. Si suggerisce quindi una certa cautela nell’analisi dei dati in serie storica.

Livelli di istruzione-formazione e titoli di studio – I livelli di istruzione sono classificati come nelle precedenti indagini con riferimento al livello universitario (lauree 3-5 anni o a ciclo unico), di scuola media superiore (diploma quinquennale) e qualifica di formazione professionale o di tecnico professionale o (con 3 anni e o 4 anni di formazione). Una categoria residuale riguarda poi le assunzioni per le quali non viene richiesta nessuna formazione specifica.

I titoli di studio riferiti al livello di istruzione universitario e ai diplomi quinquennali vengono considerati così come classificati all’interno di specifici indirizzi formativi dal Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca. Per il dettaglio della classificazione dei titoli negli indirizzi formativi si veda l’Appendice 2.

Per i livelli formativi corrispondenti alla formazione professionale o al diploma di tecnico professionale i dati vengono esposti secondo gli indirizzi definiti dall’Accordo Stato-Regioni del 2011 sulla messa a regime del sistema di Istruzione/ Formazione Professionale.

Come per gli anni precedenti, anche quest'anno si è costruito anche un indicatore di formazione integrata equivalente (livello formativo equivalente) in grado di esprimere sinteticamente il livello di competenza complessivamente conseguito attraverso percorsi scolastici ed esperienze professionali. L'idea alla base della costruzione dei livelli formativi equivalenti èil seguente: una stessa professione può sfruttare una competenza complessiva che deriva sia da un percorso di studi istituzionale, sia da un percorso di acquisizione degli strumenti necessari all'esercizio della professione derivante dall'esperienza.

I due percorsi di acquisizione della competenza non sono equivalenti in se stessi, ma in relazione al punto di arrivo. In questo senso, non è possibile dire che un dato periodo di esperienza è, in generale, equivalente ad un dato periodo di istruzione, ma è possibile dire che conduce ad una analoga formazione, necessaria per svolgere, ad un certo livello, una precisa professione e che entra a pieno titolo a definire il tipo di professione in oggetto. L'integrazione dei due dati relativi all'istruzione e all'esperienza definisce pertanto una particolare chiave di lettura del fabbisogno formativo dichiarato dalle imprese. Per i dettagli sulle modalità di determinazione del livello di formazione equivalente si veda il glossario.