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Sono 386mila le assunzioni previste dalle imprese per il mese di febbraio e 1,2 milioni quelle per il trimestre febbraio-aprile, +68mila rispetto a febbraio 2022 (+21,5%) e +175mila per l’intero trimestre (+17,1%). La dinamica positiva della domanda di lavoro delle imprese nei primi mesi dell’anno si conferma anche dal confronto con i livelli pre-Covid (febbraio 2019) rispetto ai quali si evidenzia una crescita del 15,6%.

In aumento il mismatch tra domanda e offerta di lavoro che riguarda il 46,2% dei profili ricercati, un valore superiore di circa 6 punti percentuali rispetto a un anno fa.  
 

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Sono 504mila i lavoratori ricercati dalle imprese a gennaio e 1,3 milioni per il primo trimestre dell’anno. 46mila assunzioni in più rispetto a gennaio 2022 (+10,1%) e +149mila assunzioni (+12,9%) prendendo come riferimento l’intero trimestre. La domanda di lavoro prevista ad inizio d’anno si colloca sopra i livelli pre-Covid e segna un +14,0% (+62mila assunzioni) rispetto a gennaio 2019.

Sale al 45,6% la difficoltà di reperimento (+7 punti percentuali rispetto a un anno fa), che raggiunge il 66% per le figure dirigenziali e sfiora il 62% per gli operai specializzati.

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A fine 2022 le imprese con lavoratori dipendenti operanti nell’industria e nei servizi che hanno pianificato assunzioni si sono attestate sulla quota del 60%, dato analogo allo scorso anno. Crescono invece in modo significativo le entrate previste, 5,2 milioni, in aumento dell’11,6% rispetto al 2021 e del 12,2% se confrontato con il 2019; la difficoltà di reperimento è in aumento per tutti i profili professionali: sono quasi due milioni le assunzioni per le quali le imprese nel 2022 hanno riscontrato difficoltà, circa 600mila in più rispetto all’anno scorso, ma quasi il doppio (1milione) di quanto evidenziato prima della pandemia. In aumento anche il livello di qualificazione richiesto con 1,5 milioni i diplomati ricercati dalle imprese (quasi il 29% del totale entrate) e 783mila i laureati (15%), entrambi in crescita rispetto allo scorso anno.

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Sono 329mila le assunzioni previste dalle imprese per il mese di dicembre e salgono a 1,2 milioni per l’intero trimestre dicembre-febbraio. Rispetto a un anno fa si registra una flessione di oltre -24mila, in conseguenza del rallentamento dell’economia causato dalla guerra in Ucraina, della crisi energetica, della crescita dell’inflazione e del costo del denaro. Ciononostante, i livelli della domanda di lavoro delle imprese si mantengono superiori a quelli registrati nell’analogo periodo pre-Covid (+28mila su dicembre 2019, +115mila sul trimestre).

Permane elevata la difficoltà di reperimento che riguarda il 45,3% del personale ricercato, un valore superiore di circa 7 punti percentuali rispetto a un anno fa.

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Sono 382mila le assunzioni previste dalle imprese per il mese di novembre e 1,2 milioni quelle per il trimestre novembre-gennaio. I livelli della domanda di lavoro delle imprese si mantengono superiori a quelli registrati nell’analogo periodo pre-Covid (+33mila su novembre 2019, +95mila sul trimestre), meglio confrontabile con il contesto attuale, influenzato dalle incognite sul piano geopolitico e dalle dinamiche dell’inflazione. Infatti, la flessione registrata questo mese rispetto allo stesso periodo del 2021 (-82mila) sconta l’effetto di “rimbalzo” sperimentato lo scorso anno che ha portato a un aumento del Pil del 6,7%.

Ancora in crescita la difficoltà di reperimento che riguarda il 46,4% dei profili ricercati, un valore superiore di circa 8 punti percentuali rispetto a un anno fa. Mediamente sono necessari 3,9 mesi a trovare sul mercato i candidati di difficile reperimento.

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Sono 477mila le assunzioni programmate dalle imprese per il mese di ottobre e 1,2 milioni quelle per il trimestre ottobre-dicembre, con una flessione rispetto all’anno precedente del 5,4% nel mese e del 10,4% nel trimestre. Le prospettive meno favorevoli, in ragione del rallentamento dell’economia globale ed europea legato principalmente all’aumento dei prezzi dell’energia, all’inflazione e alla situazione geopolitica, pesano maggiormente sui programmi di assunzione delle imprese del manifatturiero (-28,0% nel mese e -26,5% nel trimestre), del commercio (-5,8% nel mese e -11,2% nel trimestre) e dei servizi alle imprese (-8,6% nel mese e -15,1% nel trimestre). Nonostante la flessione nelle previsioni di assunzione, raggiunge il 45,5% la quota di assunzioni che le imprese giudicano difficili da realizzare, un valore superiore di 9 punti percentuali rispetto a un anno fa.

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Le previsioni delle imprese a settembre, pari a 524mila, diminuiscono di -2mila (-0,4%) rispetto a un anno fa. Andamento negativo confermato anche per il trimestre settembre-novembre 2022 in cui le assunzioni programmate superano di poco 1,4milioni con una flessione del -3,0% rispetto all’analogo trimestre del 2021. In frenata il comparto manifatturiero (-13,6%, pari a -15mila posti rispetto a settembre 2021, e -13,4% per il trimestre settembre-novembre) e soprattutto il commercio (-30,0%, con una diminuzione tendenziale di oltre 25mila contratti, e -33,0% nel trimestre settembre-novembre). Prosegue invece l’andamento positivo delle costruzioni: 57mila le entrate programmate nel mese e 154mila nel trimestre (+37,3% rispetto a 12 mesi fa e +30,4% rispetto allo stesso trimestre del 2021).

Continua a crescere la difficoltà di reperimento segnalata dalle imprese, che interessa il 43,3% delle assunzioni programmate, in aumento di 7 punti percentuali rispetto a settembre 2021 quando il mismatch tra domanda e offerta di lavoro riguardava il 36,4% dei profili ricercati.

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Sono 285mila i lavoratori ricercati dalle imprese per il mese di agosto e salgono a circa 1,3 milioni per l’intero trimestre agosto-ottobre. Rispetto a un anno fa le previsioni delle imprese sono in crescita con +27mila assunzioni programmate nel mese (+10,8%) e +70mila unità nel trimestre (+5,7%). Il confronto congiunturale rispetto al mese precedente evidenzia una flessione della domanda di lavoro dovuta alla naturale stagionalità (-221mila entrate).

L’industria nel suo complesso è alla ricerca di 81mila profili professionali, di cui 55mila da impiegare nel manifatturiero e 26mila nelle costruzioni. I servizi nel complesso programmano 204mila ingressi. La difficoltà di reperimento dichiarata dalle imprese riguarda complessivamente il 41,6% delle assunzioni programmate (8,9 punti percentuali in più rispetto allo scorso anno).  Tra i settori che incontrano le maggiori criticità emergono le industrie metallurgiche e dei prodotti in metallo (55,6% dei profili di difficile reperimento), quelle del legno e del mobile (53,7%) e le costruzioni (52,7%).

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