La pubblicazione Imprese sociali 2021 restituisce un quadro completo della domanda di lavoro, espressa dall’imprenditoria sociale, e delle sue caratteristiche qualitative in termini di fabbisogni professionali, formativi e specifiche competenze richieste.
I dati raccolti in questo volume possono, quindi, rappresentare un utile riferimento per una più approfondita conoscenza di alcuni profili occupazionali di questa importante componente del Terzo Settore, oltre che per la definizione di interventi e l’adozione di strumenti finalizzati a rafforzare organizzativamente le imprese sociali già esistenti e facilitare la nascita di nuova imprenditorialità a vocazione sociale, facendo leva anche sui progetti e sugli investimenti previsti nell’ambito del PNRR.
Le imprese sociali: il ruolo e l’importanza
Sono circa 17.000 le imprese sociali attive e con dipendenti iscritte alla “sezione speciale” del Registro Imprese e parallelamente nel RUNTS (Registro Nazionale Terzo Settore). Esse pesano per poco più del 1,2% sul totale imprese ma attivano oltre il 5% della domanda di lavoro rilevata dal Sistema Informativo Excelsior e sono un settore importante e in crescita nell’economia italiana. Si configurano come organizzazioni imprenditoriali di medio-grande dimensione per la cui gestione sono necessarie competenze manageriali molto qualificate. Il 25% di esse ha più di 50 dipendenti e impiegano mediamente 35 dipendenti. La gran parte di esse sono cooperative sociali, anche se a seguito del nuovo quadro normativo si assiste ad una progressiva diffusione di forme organizzative diverse (società di capitale, società di persone, associazioni, fondazioni) che a partire dal 2017 rappresentano quasi un quarto delle nuove imprese sociali. Di rilievo il contributo fornito nei settori “assistenza sociale non residenziale” (il 62% delle aziende operanti in Italia sono imprese sociali ed occupano oltre l’82% della forza lavoro alle dipendenze), “assistenza sociale residenziale” (le imprese sociali rappresentano circa il 44% delle aziende operanti e poco più del 50,1% dei dipendenti). Inoltre, a seguito della rapida diffusione delle forme organizzative diverse dalle cooperative sociali, si vanno anche affermando ambiti operativi quali la salvaguardia dell’ambiente e delle risorse naturali, la valorizzazione del patrimonio culturale e del paesaggio, le attività ricreative, ecc.
La assunzioni previste dalle imprese sociali nel 2021
Le entrate programmate dalle imprese sociali dell’indagine ammontano per il 2021 a 241.350 unità, rappresentando il 5,2% del totale delle imprese italiane, dove il valore delle entrate è di poco superiore ai 4,6 milioni di entrate. Particolarmente rilevante il contributo dato in alcuni settori: la domanda di lavoro attivata dalle imprese sociali ha rappresentato l’82% per l’assistenza sociale non residenziale e il 55% per l’attività sociale residenziale. Le assunzioni sono poi distinte e analizzate per settore di attività. Sono circa 164mila i profili professionali ricercati dalle imprese sociali che offrono servizi socio-sanitari e assistenziali, seguono le imprese che offrono servizi educativi e formativi (23mila assunzioni), servizi operativi e di supporto alle imprese (26mila), servizi culturali, sportivi e altri servizi alla persona (7mila), servizi di ristorazione, ospitalità e promozione turistica (6mila). Sono state poi 8mila circa le entrate previste dalle imprese sociali attive nei settori industriali. Le imprese sociali non sempre trovano i profili ricercati: dichiarano di aver incontrato difficoltà a reperire il 31,4% delle figure professionali ricercate.
Le principali caratteristiche della domanda di lavoro
Da parte delle imprese sociali proviene una domanda di lavoro altamente qualificata: 4 profili su 10 ricercati dalle imprese sociali sono dirigenti, oppure professionisti a elevata specializzazione, o tecnici (cosiddetti profili high skill). Quota che sale a 7 profili su 10 se si prende in esame solo la domanda di lavoro delle imprese sociali come operano nella veste giuridica di società a responsabilità limitata o altra società di capitale. Molto ricercati i laureati (titolo di studio richiesto al 36,2% delle assunzioni) e le figure diplomate (42,9%). Tra i profili laureati, i più ricercati provengono dai percorsi di studio con indirizzo insegnamento -formazione e sanitario – paramedico. Per i diplomati è l’indirizzo socio-sanitario il più richiesto. Particolarmente elevata è anche la domanda da parte delle imprese sociali, di personale immigrato (19,0% del totale entrate), così come la richiesta di personale di genere femminile (25,5%). Le imprese sociali ricercano prevalentemente personale già in possesso di esperienza lavorativa (80,2%) L’elevata qualità della domanda di lavoro espressa dalle imprese sociali trova conferma nella maggiore richiesta di competenze. Tra le competenze specifiche richieste dalle imprese sociali ai profili professionali in ingresso sono particolarmente ricercate quelle trasversali: flessibilità, capacità di lavorare in gruppo, attitudine al problem solving ed autonomia sono richieste dalle imprese sociali in misura più elevata rispetto alle altre imprese. Tra le forme contrattuali alle dipendenze quella maggiormente utilizzata dalle imprese sociali è il contratto a tempo determinato (144mila entrate pari al 59,5% del totale per le imprese sociali; 55,5% per le altre imprese), segue il contratto a tempo indeterminato (quasi 33mila entrate, 13,6% per le imprese sociali; 17,2% per le altre imprese). Tra le forme contrattuali non alle dipendenze, le più ricorrenti sono le collaborazioni a P.IVA e le collaborazioni occasionali (poco più di 33mila unità, 13,8% per le imprese sociali; 6,1% per le altre imprese.
Le transizioni digitale e green nell’impresa sociale
La transizione digitale e quella ecologica hanno visto le imprese sociali impegnate in prima linea, con quote percentuali di imprese investitrici superiori rispetto a quanto rilevato per il resto delle imprese: hanno investito nel digitale e nel green rispettivamente il 79,3% e il 25,1% delle imprese sociali. Parallelamente le competenze digitali sono state richieste al 62,5% degli assunti, mentre quelle green al 75,9%.
Le imprese sociali nei territori
A livello territoriale, le regioni dove le imprese sociali hanno programmato il maggior numero di entrate sono la Lombardia con quasi 42mila unità, l’Emilia-Romagna con poco meno di 22mila unità, Sicilia e Piemonte con circa 19mila unità ed infine il Lazione e Veneto con poco più di 18mila unità.
Sistema Informativo Excelsior di Unioncamere-ANPAL, Sistema Informativo Excelsior è distribuito con Licenza Creative Commons Attribuzione 4.0 Internazionale.