Nuove imprese. Caratteristiche e fabbisogni professionali

L’imprenditorialità è uno dei principali driver per la crescita economica ed è considerata tra i principali fattori dello sviluppo anche sotto il profilo occupazionale. Il sostegno ai processi di creazione e consolidamento di imprese attraverso specifici servizi è uno dei principali elementi di rilancio del sistema economico nazionale dopo la crisi determinata dalla pandemia.

 

In questa pubblicazione, realizzata sulla base degli esiti dell’indagine Excelsior svolta nel 2020, le nuove imprese sono analizzate secondo due punti di vista:

 ● la genesi della nuova impresa, in relazione alle informazioni sull’imprenditore che l’ha avviata e agli elementi che hanno caratterizzato la fase di startup;

 ● i fabbisogni professionali e formativi segnalati dalle nuove imprese, secondo lo schema di indagine adottato da Excelsior per l’analisi della domanda di lavoro.

È importante sottolineare che il numero di nuove imprese nel 2020 si è ridotto solo del 10% rispetto al 2019: la vitalità imprenditoriale “reale” ha quindi resistito quindi abbastanza bene all’impatto della crisi sanitaria; le nuove imprese giovanili evidenziano un andamento in linea con la media generale.

Le caratteristiche dei nuovi imprenditori

Il 28% dei nuovi imprenditori ha proseguito la carriera precedentemente iniziata; il 15% svolgeva un’attività parasubordinata di collaborazione, mentre poco meno di un terzo era impegnato in un lavoro dipendente. Il restante 26% era in cerca di lavoro o comunque non lavorava. Quindi per circa un nuovo imprenditore su 4 la nuova impresa ha consentito di creare un’attività lavorativa che prima non esisteva, contribuendo perciò all’aumento del numero di occupati. Nel volume si propone poi un breve “Focus” sulle cosiddette start-up innovative e uno specifico approfondimento sulle “nuove imprese giovanili”, cioè il sottoinsieme di imprese costituite prevalentemente da giovani con meno di 30 anni e che, anche nel 2020, raggiungono il 30% del totale (38.790 unità su un totale di 129.800 nuove imprese).

Il capitale investito nelle nuove imprese e le forme di finanziamento

Il capitale iniziale investito è stato inferiore a 5mila euro in più della metà dei casi; per il 24% delle aziende tra i 5mila e i 10mila euro e in circa un quinto (18%) tra 10mila e 50mila euro. Solo in un numero limitato di casi (6%) l’avvio del progetto imprenditoriale ha richiesto più di 50mila euro di investimento iniziale. Si tratta di valori simili a quelli rilevati nel 2019, nonostante il netto peggioramento dello scenario congiunturale conseguente alla pandemia. Il ricorso a mezzi propri è stato il metodo di finanziamento largamente più utilizzato, dato il basso livello di investimento iniziale, rispetto al 2019 si riduce l’importanza (già limitata) di fondi derivanti da leggi di agevolazione di nuove iniziative o messi a disposizione da altre imprese o da finanziatori. Il basso livello di investimento iniziale è probabilmente anche conseguenza della difficoltà di ottenere finanziamenti diversi dal capitale proprio.

Le assunzioni programmate nelle nuove imprese

L’altro importante aspetto approfondito è l’impatto delle nuove imprese sui fabbisogni professionali e formativi: le 129.800 nuove imprese del 2020 impiegano, all’inizio della fase di operatività, 254mila addetti, di cui quasi 100.000 dipendenti, con una dimensione media di circa 2 addetti per impresa. Il segmento delle nuove imprese giovanili impiega poco più di 70.000 addetti, con una dimensione media leggermente inferiore (1,8 addetti per impresa).

Le nuove imprese, il lavoro giovanile e i titoli di studio

Le nuove imprese evidenziano un particolare interesse per gli “under 30”, che rappresentano il 34% del totale delle entrate contro il 28% del totale di tutte le imprese. I livelli di istruzione richiesti alle figure in entrata da parte delle nuove imprese sono leggermente superiori a quelli indicati dal complesso delle imprese. I laureati, i diplomati con istruzione tecnica superiore (ITS) e i diplomati raggiungono infatti il 52% del totale (1 punto percentuale in più rispetto al complesso delle imprese).

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