Il volume sulle nuove imprese nate nel 2019 indaga da una parte i fenomeni legati all’avvio dell’impresa e alle caratteristiche dei nuovi imprenditori e dall’altra l’entità e le caratteristiche dei suoi fabbisogni occupazionali.

La pubblicazione analizza le motivazioni che hanno portato a creare una nuova impresa, le difficoltà incontrate nelle fasi iniziali, le forme di finanziamento utilizzate, la provenienza professionale dei nuovi imprenditori, quanti erano già imprenditori o liberi professionisti, oppure lavoratori dipendenti o parasubordinati, oppure in cerca di lavoro.

L’avvio di impresa e i nuovi imprenditori

Viene condotta poi un’analisi relativa alle forme di finanziamento utilizzate e le classi di capitale iniziale investito, evidenziando in particolare come spesso le nuove imprese “aprano” con un ridotto capitale iniziale, nota concausa della loro elevata “mortalità” nei primi anni di vita.

L’analisi di tutte queste dinamiche relative alla natalità imprenditoriale è un elemento importante per capire le capacità di rinnovamento e di sviluppo del tessuto economico di un paese, oltre la sua durata nel tempo.

 La pubblicazione approfondisce poi il tema dei fabbisogni professionali e formativi delle nuove imprese, analizzando le assunzioni previste da diversi punti vista.

Le entrate programmate e gli indirizzi di studio richiesti dalle nuove imprese

Si analizzano le entrate per grande gruppo professionale ossia specialisti e dirigenti, tecnici, professioni commerciali e dei servizi, operai specializzati, conduttori di impianti, professioni non qualificate, nonché la difficoltà di reperimento delle figure professionali per le imprese in fase di start up. Si nota in tal senso una difficoltà minore rispetto al resto delle imprese.

I livelli di istruzione richiesti alle figure in entrata da parte delle nuove imprese sono superiori a quelli indicati dal complesso delle imprese. I laureati e i diplomati raggiungono infatti il 54% del totale, a fronte del 48% per il complesso delle imprese.

 Le nuove imprese richiedono poi una minore quota di figure con qualifica professionale come pure una quota inferiore di profili senza una formazione specifica (20% contro 22%).

Le competenze delle risorse umane richieste dalle nuove imprese

Riguardo alle assunzioni previste per le competenze richieste, da parte delle nuove imprese si evidenzia una richiesta molto diffusa e trasversale di competenze green e di competenze digitali, non solo per le figure high skill e per quelle intermedie, ma anche per le professioni operaie specializzate, per i conduttori di impianti e di macchinari fissi e mobili. Lo stesso può dirsi per il segmento delle imprese giovanili, con quote analoghe o superiori in tutti i grandi gruppi professionali.

Si nota che, come avviene ormai per prassi in tutte le imprese, vengono richieste alle risorse umane anche e soprattutto soft skill, ossia le competenze trasversali utili a gestire la crescente complessità dei processi produttivi.

La pubblicazione presenta poi due focus: uno relativo alle imprese giovanili e uno relativo alle imprese create da imprenditori laureati.

La domanda di lavoro delle nuova imprese create da imprenditori laureati

Le nuove imprese che fanno capo a imprenditori laureati rappresentano il 7,6% delle nuove imprese con forma societaria (cioè società di capitali, società di persone e altre forme giuridiche; sono quindi escluse le ditte individuali).

 Vi è un deciso orientamento verso figure high skill e personale laureato. Si nota anche che è più alta la difficoltà di reperimento di personale e la quota per il quale è richiesta una precedente esperienza lavorativa.

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