Il volume “Formazione continua, tirocini formativi e alternanza scuola-lavoro” presenta analisi delle tendenze che emergono nell’ambito delle attività formative delle imprese e rispetto all’attivazione di stage o di percorsi di alternanza nel 2018.

Nel nuovo contesto che si aprirà all’indomani di questo complesso periodo, la sfida per l’acquisizione di competenze appropriate per gestire i cambiamenti in atto implicherà una sempre maggiore centralità dei temi del reskilling, dell’upskilling e del lifelong learning (formazione continua). Tuttavia l’Italia permane in forte ritardo rispetto agli altri Paesi OCSE in tema di Lifelong Learning, sia in termini quantitativi (numero di persone beneficiarie di iniziative formative), che in termini qualitativi (ridotti investimenti nella cosiddetta “alfabetizzazione digitale”).

Il reskilling, implica l’acquisizione di nuove competenze per poter poi cambiare attività e occuparsi di nuove e diverse mansioni a causa dei cambiamenti tecnologici e di altri fattori. L’upskilling fa riferimento invece alla necessità, in questa transizione, di acquisire conoscenze di campi tecnicamente più complessi: un esempio, in questo caso, è la necessità di alfabetizzazione spinta sui temi delle tecnologie digitali che saranno sempre più presenti nelle attività anche operative.

Le tematiche oggetto di analisi di questo volume sono la formazione continua, i tirocini e l’alternanza scuola-lavoro.

La formazione continua dei lavoratori

Le imprese non si sottraggono al loro ruolo formativo in quanto sono protese a rinnovare in maniera sostanziale le competenze del proprio capitale umano alla luce dei profondi cambiamenti che hanno riguardato in particolare alcuni settori (quelli più interessati dai processi di automazione, dall’utilizzo di strumenti digitali, dal progredire dell’uso dei big data in molti ambiti).

Il volume analizza le varie tipologie di formazione continua adottate dalle imprese, suddividendole per settore di attività economica (industria e servizi), territori di riferimento e classe dimensionale.

Le attività di formazione continua si suddividono in:

- affiancamento - corsi interni - corsi esterni - altro (seminari, autoapprendimento, ecc.)

Oltre a queste evidenze sulle modalità didattiche della formazione, la pubblicazione di sofferma sulle tre funzioni e motivazioni per cui le aziende vi ricorrono, ossia:

- formare neo-assunti - aggiornare personale su mansioni già svolte - formare personale per nuove mansioni/lavori.

Se si esaminano le modalità della formazione istituzionalizzata (nella fattispecie, corsi interni o esterni), si nota che l’organizzazione di corsi di formazione interni (con docente interno o esterno) cresce proporzionalmente all’aumento della dimensione d’impresa.

Un trend in crescita è rappresentato dalla diffusione dei MOOC (Massive Online Open Courses): si tratta di corsi disponibili in rete, spesso gratuitamente, fruibili da un gran numero di persone. La principale attività formativa delle aziende è l'aggiornamento del personale che già lavora, invece la formazione svolta per far acquisire ai propri collaboratori nuove competenze in relazione a nuovi compiti appare prevalentemente collegata ai processi di innovazione tecnologica e organizzativa interni all’azienda.

Tirocini e stage attivati dalla imprese. Il monitoraggio

Nel volume si ripercorrono definizioni ed evidenze delineate nel primo "Rapporto di Monitoraggio nazionale in materia di tirocini extracurriculari” a cura di ANPAL e INAPP, evidenziando i principali numeri che emergono dall’analisi: come i tirocini avviati, le aziende coinvolte, le persone coinvolte in almeno un tirocinio, nonché il monte giornate previste (in migliaia).

Vengono poi presentati i risultati che derivano dall’indagine Excelsior spaziando tra le principali caratteristiche delle imprese che ospitano tirocinanti (sia curriculari sia extra-curriculari) ossia tutto quello che concerne la ripartizione territoriale, il settore di attività economica e la dimensione aziendale. I tirocini rappresentano sempre più un volano di ingresso nel mondo del lavoro per la platea di giovani alle prime esperienze professionali, per cui si analizza anche la presenza di laureati e laureandi in tirocinio per aree territoriali e province. Interessanti anche i dati sulla distribuzione percentuale di tirocini trasformati in assunzione per circoscrizione territoriale negli anni 2015, 2016, 2017 e 2018 e per macrosettore di attività economica nel 2018.

Le principali evidenze sull’alternanza scuola-lavoro emerse dall’indagine

I dati sull’alternanza presentati in questo documento rappresentano l’esito di un’indagine campionaria sulle imprese dell’industria e dei servizi con almeno un dipendente (e non censuaria) e, quindi, possono non coincidere con i dati di monitoraggio del MIUR e dell’INDIRE.

La pubblicazione analizza e suddivide le imprese che hanno ospitato ragazzi in percorsi di alternanza scuola-lavoro, per territorio, settore di attività economica e classe dimensionale, inoltre fornisce dati sul numero di studenti in percorsi di "alternanza scuola-lavoro" ospitati dalle imprese e il numero medio di studenti ospitati per impresa, per ripartizione territoriale e per settore di attività economica.

Il volume evidenzia una consapevolezza ormai matura della necessità di collaborazione fra sistema formativo e sistema produttivo per accrescere negli studenti competenze trasversali (quali, ad esempio, la capacità di lavorare in team e di sviluppare l’attitudine ad organizzare i propri compiti).

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