La pubblicazione "Previsioni dei fabbisogni occupazionali e professionali in Italia a medio termine (2024-2028)" delinea gli scenari futuri del mercato del lavoro in Italia. L'obiettivo è aiutare cittadini, enti di formazione e decisori a orientarsi nel mercato del lavoro del prossimo quinquennio, comprendendo quali saranno le competenze e i profili professionali più ricercati. Il rapporto fornisce una bussola per l’orientamento, la formazione e per le politiche attive del lavoro.
Le stime sul futuro del mercato del lavoro (2024-2028).
Considerando le stime sul PIL pubblicate dal Governo nella NADEF e le valutazioni dei principali istituti internazionali, il report presenta tre diversi scenari di previsione. Si stima che il mercato del lavoro italiano avrà bisogno tra 3,1 e 3,6 milioni di occupati nel prossimo quinquennio. La maggior parte di questo fabbisogno deriva dalla sostituzione dei lavoratori in uscita dal mercato del lavoro, pari a 2,9 milioni. La pubblicazione analizza sia l’expansion demand che la replacement demand per filiere produttive.
Il fabbisogno occupazionale delle regioni italiane nel 2024-2028.
Dal punto di vista territoriale, il Sud e Isole concentrerebbero la maggiore quota del fabbisogno (30,4%), seguite da Nord-Ovest (27,8%), Nord-Est (21,5%) e Centro Italia (20,3%). A livello regionale, la Lombardia con un fabbisogno di 669mila occupati nello scenario positivo determinerebbe oltre il 18% dell'intero fabbisogno nazionale.
Il fabbisogno della pubblica amministrazione nel 2024-2028.
Entro il 2028, la pubblica amministrazione italiana necessiterà di oltre 742mila dipendenti. Più di 60mila saranno le assunzioni derivante dall’expansion demand, mentre il resto servirà a sostituire i pensionamenti. Le assunzioni derivate dall’expansion demand interesseranno i servizi generali e assistenza sociale obbligatoria: 47% (circa 28mila unità), l’istruzione: 33% (circa 20mila unità) e la Sanità: 21% (circa 12mila unità). L'assunzione di nuovo personale è fondamentale per l'implementazione del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR).
Le dinamiche future del mercato del lavoro tra professioni, competenze green, digitali e Intelligenza Artificiale.
In termini di profili professionali, si prevede un aumento dell’occupazione di dirigenti, specialisti e tecnici (41% del fabbisogno totale), delle professioni impiegatizie, mentre gli operai specializzati e i conduttori di impianti dovrebbero diminuire. Le competenze green e digitali saranno sempre più richieste nel prossimo quinquennio. Si stima che a più di 2,3 milioni di lavoratori saranno richieste competenze green e più di 2,1 milioni di occupati avranno bisogno di competenze digitali entro il 2028. L'Intelligenza Artificiale modificherà il mercato del lavoro, per il momento sembra destinata ad integrare, e non a sostituire, le competenze delle professioni ad alta specializzazione. Il volume presenta anche una comparazione con Germania, Francia e Spagna sui temi che riguardano occupazione ed Intelligenza Artificiale.
I fabbisogni per indirizzi di studio e il confronto con l’offerta in uscita.
Si prevede che circa il 38% del fabbisogno occupazionale del quinquennio riguarderà professioni con una formazione terziaria (laurea, ITS Academy o AFAM), il 4% profili con un diploma liceale e il 46% personale in possesso di una formazione secondaria tecnico-professionale. In particolare nell’istruzione terziaria sarà elevato il fabbisogno di persone con un titolo in ambito STEM. Per l’insieme dei percorsi STEM potrebbero mancare tra 8mila e 17mila giovani ogni anno. Il disallineamento tra le esigenze del sistema e le competenze disponibili rappresenta una sfida cruciale per il futuro. Si stima un minor valore aggiunto che sarà possibile produrre a causa del ritardato o mancato inserimento nelle imprese dei profili professionali necessari pari a 43,9 miliardi di euro nel 2023, corrispondente al 3,4% del valore aggiunto dei settori industriali e dei servizi. Per affrontare le sfide del futuro, è necessario far fronte alle criticità e ai "colli di bottiglia" del mercato del lavoro, ridurre il mismatch tra domanda e offerta di lavoro, aumentare i tassi di attività, adeguare il sistema formativo alle esigenze del mercato del lavoro ed investire in competenze green e digitali.
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